Costo Industriale, questo sconosciuto

Quanto è importante riuscire a valutare correttamente il costo reale del prodotto che immettiamo sul mercato? Quante PMI lo fanno? Come stabiliamo il giusto prezzo da offrire al cliente? Conosciamo la remuneratività dei nostri prodotti o di una determinata commessa?

Dando per scontate le componenti “dirette” quale quota maggiore di composizione del costo finale (es. materia prima, manodopera, controllo, logistica, macchina, ecc.), come calcolare i costi indiretti, che seppur quota minoritaria del costo complessivo sono talvolta tutt’altro che trascurabili, anche in termini di opportunità di saving, per la competitività finale del prodotto?

Come ripartirli sui vari prodotti/commesse?

La 2 regole minime:

  • considerare tutte le voci di costo dell’azienda
  • non calcolare due volte una stessa parte di costo

Le voci di costo:

  1. costi di struttura (affitto locali, forniture per la struttura, consulenze, ecc.);
  2. costi commerciali (pubblicità e marketing, provvigioni commerciali, spese di rappresentanza,…);
  3. costi del personale non produttivo (amministrativi, addetti acquisti, qualità, sistemi informativi, ecc.), comprese le quote parte di personale produttivo non impiegato nei tempi morti, inefficienze, mancata saturazione, ecc.;
  4. consumi (energia elettrica, riscaldamento, ecc.), depurati dei consumi direttamente imputati ai macchinari;
  5. materiali di consumo;
  6. quote di ammortamento (reali) di beni strumentali e licenze software;
  7. altro.

Nel calcolo dei costi indiretti diventa imprescindibile la conversione dei dati di contabilità generale ad informazioni economiche di contabilità analitica attraverso la costituzione di Centri di Costo:

  1. Produttivi: es. macchine presenti in produzione
  2. Ausiliari: aggregazione di costo che supportano l’operatività della produzione (es. magazzino)
  3. Funzionali: aggregazione di costi sostenuti in maniera trasversale da tutta la struttura aziendale, ovvero non caratteristici della produzione ma che comunque devono essere “recuperati” attraverso la vendita dei prodotti (es. Amministrazione).

Identifichiamo ed applichiamo poi le regole di distribuzione dei costi messi di contabilità generale sulle nuove aggregazioni (centri di costo), determinate attraverso un approccio tipico di contabilità analitica.

Per ottenere risultati affidabili servono:

  1. competenze adeguate (interne o esterne all’azienda),
  2. sistemi informatici efficienti
  3. cicli di lavorazione completi
  4. tempi di produzione precisi ed affidabili
  5. dati contabili esaustivi e ben classificati.

Il costo del prodotto, o Costo Industriale, sarà quindi tanto più attendibile quanto più complete saranno le informazioni disponibili necessarie alla sua stessa determinazione. E sarà decisamente utile alle strategie dell’impresa quale leva per competere.

Si chiama Controllo di Gestione. Possiamo ancora farne a meno?